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IL 21 GIUGNO VOTA “NO” (ANZI, “NON VOTARE”!)

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IL 21 GIUGNO VOTA “NO” (ANZI, “NON VOTARE”!) Empty IL 21 GIUGNO VOTA “NO” (ANZI, “NON VOTARE”!)

Messaggio  GASPARE SERRA Mar Mag 19, 2009 6:02 pm

REFERENDUM ELETTORALE? UNA “PORCATA” DIETRO L’ALTRA!

NON FACCIAMOCI PRENDERE PER “IL QUORUM”!!!

ECCO PERCHE’:
1- ESSERE “CONTRARI” A QUESTO REFERENDUM ELETTORALE
2- E SCEGLIERE L’ASTENSIONE COME UNICA “SCELTA UTILE” …
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COSA PREVEDE IL REFERENDUM DEL 21 GIUGNO PROSSIMO?

Gli Italiani, il prossimo 21 giugno, saranno chiamati ad esprimersi su tre quesiti referendari:

PRIMO: col primo quesito si chiede:
- l’introduzione di un “premio di maggioranza” (pari all’assegnazione del 55% dei seggi) in favore della singola lista più votata alla Camera dei Deputati
- e l’innalzamento della soglia di sbarramento al 4% per l’accesso alla Camera dei deputati.

SECONDO: col secondo quesito si propone:
- l’introduzione di un “premio di maggioranza” (sempre del 55% dei seggi) anche al Senato in favore della singola lista più votata
- e l’innalzamento della soglia di sbarramento all’8% per l’accesso al Senato.

TERZO: col terzo quesito, infine, si reclama di abrogare le “candidature multiple” (quest’ultimo è certamente l’unico quesito ampiamente condivisibile!)


COSA CAMBIEREBBE SE VINCESSE IL “SI”?

Se si raggiungesse il quorum (pari al del 50%+1 degli aventi diritto al voto) e se i “Si” prevalessero sui “No”:

1- Non si assegnerebbe più alcun premio di maggioranza alle “coalizioni” (sia alla Camera che al Senato) bensì alle “singole liste” (ossia ai partiti).
Secondo l’attuale legge elettorale, invece, a beneficiarie del premio di maggioranza possono essere anche le “coalizioni di liste” (il referendum si propone proprio di abrogare la disciplina che permette il collegamento tra liste).

2- Le “soglie di sbarramento” (ossia il livello minimo di voti necessario per ottenere seggi in Parlamento) salirebbero:
- al 4% per la Camera (già oggi è al 4%, ma si riduce al 2% per i partiti coalizzati)
- e all’8% per il Senato (contro il 3% vigente!).

3- Vigerebbe il divieto di “candidature multiple”, ossia di candidare la stessa persona in più circoscrizioni (ad esempio, alle prossime elezioni europee, sia Berlusconi che Di Pietro sono capolista in più circoscrizioni).
Perché ciò sarebbe certamente un bene per la rappresentanza politica?
Perché le “candidature multiple” determinano la conseguente “cooptazione oligarchica” della classe politica: l’eletto in più circoscrizioni (cd. “plurieletto”), infatti, optando per uno dei seggi vinti lascia vacanti gli altri e determina l’elezione dei candidati in subordine!
Ben 1/3 dei parlamentari attualmente in carica sono stati “eletti” per grazia ricevuta: ciò non fa che indurre ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità degli eletti che danneggiano la dignità della funzione parlamentare!


PERCHE’ ESSERE “CONTRARI” A QUESTO REFERENDUM?

1- Perché L’ESITO DEL REFERENDUM “PEGGIOREREBBE” IL SISTEMA ELETTORALE VIGENTE:
a. non verrebbero ripristinate le “preferenze” (la più evidente falla della legge elettorale “vergogna” vigente!), ossia il diritto degli elettori di scegliere quali rappresentanti mandare in Parlamento
b. e, introducendo un premio di maggioranza in favore della singola lista più votata, si affiderebbe ad un solo partito (anche se questo disponesse solo del 20 o 30% di preferenze, purché il partito nel complesso più votato!) il potere di “occupare” (a mio avviso “abusivamente”) il 55% dei seggi in Parlamento!
Ciò comporterebbe:
a. snaturare il senso di una “democrazia rappresentativa” (la maggioranza del Parlamento sarebbe espressione di una minoranza di Italiani!)
b. accentrare il potere pubblico in poche mani (affidando le chiavi della nostra democrazia, in pratica, nelle mani di un segretario di partito!)
c. e discriminare il voto degli Italiani in base al partito di appartenenza (il voto degli elettori del partito maggioritario varrebbe “il doppio” rispetto al voto in favore dei partiti minori!)

2- Perché L’ESITO REFERENDARIO SAREBBE INUTILE E FACILMENTE RAGGIRABILE.
Nelle intenzioni di Segni e Guzzetta, il referendum dovrebbe:
a. instaurare un “bipartitico puro” (sull’esempio inglese o americano, per intendersi) in luogo del “bipolarismo” figlio della seconda Repubblica (spingendo gli attuali soggetti politici alla costruzione di due soli partiti contrapposti)
b. ed imporre un “presidenzialismo camuffato” (contrario al “parlamentarismo” delineato dalla Costituzione vigente).
A parte il fatto che:
a. non si sente più un estremo bisogno di “semplificazione” del quadro politico in quanto, dopo le ultime elezioni, una semplificazione è già di fatto avvenuta (sono solo cinque le forze politiche rappresentante in Parlamento: Lega, Pdl, Udc, Pd e Idv)
b. e imporre un “bipartitismo forzato” appaia come un morboso tentativo di seguire una moda politica esterofila lontanissima dalla tradizione politica italiana e dal dna culturale del Paese
tali propositi, in ogni caso, sono destinate ad essere traditi se non raggirati!
Niente e nessuno, infatti, vieterebbe ai partiti attuali di allearsi in due grandi “listoni elettorale” contrapposti (così da competere uniti per conseguire il premio di maggioranza) per poi dividersi, subito dopo le elezioni, in gruppi parlamentari autonomi!

3- Perché QUESTO REFEREMDUM INDEBOLIREBBE OGNI FORMA DI “PLURALISMO POLITICO”.
I referendari, infatti, sono evidentemente animati da un “intento persecutorio” contro i piccoli partiti!
L’obiettivo del referendari è indurre i soggetti politici minori (ma nemmeno poi tanto “piccoli”, come la Lega, l’Idv e l’Udc) a confluire nei partiti più grandi:
- perdendo la loro identità
- ed impedendo alle istanze minoritarie di avere “alcun ruolo” (alcuna rappresentanza sostanziale) sulla scena politica.
Con ciò non si vuole difendere ogni forma di “multipartitismo estremo” né incoraggiare la “frammentazione politica” (già oggi, in realtà, lontano ricordo!): si tratta, invece, di riconoscere uno spazio di “esistenza politica” a partiti che, pur contando “milioni di voti”, verrebbero esclusi (se non rinunciassero alla propria identità):
- sia da alcuna possibilità di concorrere al governo del Paese
- sia da alcuna rappresentanza politica parlamentare (specie in Senato, dove risulterà pressoché impossibile per tutti i partiti minori, stante le sirene del “voto utile” in favore dei partiti maggioritari, raggiungere l’alta soglia di sbarramento dell’8%!).

4- Perché QUESTO REFERENDUM E’ “PERICOLOSO PER LA DEMOCRAZIA”!
Fino a che punto le esigenze di “governabilità” e di facile “decisionismo” della maggioranza di Governo possono spingerci a stravolgere i risultati elettorali (soppesando diversamente il voto dei cittadini)?
Per quale ragione “democratica” si dovrebbe sentire il bisogno estremo di far fuori dal dibattito politico Lega, Idv ed Udc (costringendoli, al massimo, ad essere “fagocitati” dal Pdl e dal Pd)???
Tutti i cittadini hanno diritto a disporre di una “rappresentanza politica” in Parlamento:
- comunque la pensino
- sia pur entro i limiti di un eccessivo “frazionamento” della rappresentanza politica.
Il rischio di un “parlamentarismo confuso” oggi non esiste, essendo escluso dalla presenza di soglie di sbarramento sia per l’accesso alla Camera che al Senato.
Per quale motivo, allora, sopprimere tutte le restanti voci “minoritarie” del Paese?!


LA STORIA SI RIPETE?

Molti, ipotizzando le conseguenze di un successo del referendum elettorale, hanno apertamente parlato di rischio di “emergenza democratica”.
E’ una invocazione eccessiva?
Prima di rispondere sbrigativamente, rinfreschiamo un po’ la memoria … (spero che almeno la Storia, in questo Paese, sia condivisa!).

Il 18 novembre del 1923 è entrata in vigore in Italia la LEGGE ELETTORALE “ACERBO”, che prevedeva:
- l’adozione del sistema maggioritario plurinominale all’interno di un collegio unico nazionale
- e l’elezione in blocco di tutti i candidati della singola lista che otteneva la maggioranza relativa con una percentuale superiore al 25%.
Alle elezioni del 6 aprile 1924 il “Listone” guidato da Benito Mussolini prese il 61,3% dei voti: il premio di maggioranza, così, scattò in favore del Partito nazionale fascista (che, tra le liste parte del Listone, risultò la più votata).
Il resto della storia è facilmente consultabile nei libri scolastici …
Il fascismo non nacque da una rivoluzione ma da una “elezione democratica”, favorito da una legge elettorale non molto diversa da quella che uscirebbe dal referendum del 21 giungo prossimo se passasse il “Si”!!!

Il 31 marzo 1953 fu promulgata la legge elettorale n. 148, definita dai suoi oppositori “LEGGE TRUFFA”.
Si trattava di una modifica in senso maggioritario della legge proporzionale del 1946: la legge introduceva un premio di maggioranza consistente nell’assegnazione del 65% dei seggi della Camera dei Deputati alla lista (o al gruppo di liste “apparentate”) in caso di raggiungimento del 50%+1 dei voti validi.
Alle elezioni politiche di quell’anno le liste apparentate guidate dalla Dc ottennero solo il 49,8% dei voti: per un soffio non è scattato il premio di maggioranza previsto!

Ci rendiamo “oggettivamente” conto (al di là del diverso contesto storico-politico in cui viviamo …) che il referendum elettorale del prossimo giugno è una versione “molto peggiorativa”:
- sia della “Legge Acerbo” del ’23
- che della “Legge Truffa” del ‘53?!


PERCHE’ E’ PIU’ EFFICACE L’ “ASTENSIONE” CHE IL VOTO CONTRARIO?

Le elezioni referendarie hanno una valenza diversa dalle elezioni europee, politiche o amministrative: conta non solo il voto ma anche il “non voto”!
Anzi l’astensione può contare più del voto se decisiva a non far raggiungere il quorum del 50% + 1 degli aventi diritto recatisi alle urne!
Per tal ragione, considerata l’alta probabilità che non si raggiunga il quorum (dato il non accorpamento del referendum con le elezioni europee), la strategia migliore (in quanto più efficace) per opporsi al referendum è quella di “non votare”!
L’opzione “astensionista” non è affatto una scelta “qualunquista” o inutile: è la stessa Costituzione, prevedendo un quorum per la validità dei referendum abrogativi, a riconoscere un ruolo utile all’astensione!
Per usare le parole di Pancho Pardi: “far mancare il quorum non è manifestazione di indifferenza. E’ difesa attiva della democrazia!”


PUOI LEGGERE L’ARTICOLO COMPLETO SUL BLOG “SPAZIO LIBERO”:
- (parte I: Referendum elettorale: una “porcata” dietro l’altra!) http://spaziolibero.blogattivo.com/g-s-b1/IL-21-GIUGNO-VOTA-NO-ANZI-NON-VOTARE-parte-I-b1-p179.htm
- (parte II: Non facciamoci prendere per “il quorum”!) http://spaziolibero.blogattivo.com/g-s-b1/IL-21-GIUGNO-VOTA-NO-ANZI-NON-VOTARE-parte-II-b1-p178.htm
- (parte III: Non votare unica “scelta utile”) http://spaziolibero.blogattivo.com/g-s-b1/IL-21-GIUGNO-VOTA-NO-ANZI-NON-VOTARE-parte-III-b1-p177.htm
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IL 21 GIUGNO VOTA “NO” (ANZI, “NON VOTARE”!) Empty ALCUNE PRECISAZIONI DELL''AUTORE...

Messaggio  GASPARE SERRA Dom Mag 24, 2009 10:55 am

APRITE GLI OCCHI !!!
(POI SCEGLIETE LIBERAMENTE IN VOSTRA COSCIENZA …):


1- Il mio INVITO ALL’ASTENSIONE:
a- è RELATIVO AL SOLO REFERENDUM (non alle elezioni europee!)
b- ed è RIVOLTO A TUTTI COLORO CONTRARI al referendum (a prescindere dalla collocazione politica di ognuno!).
Non mi rivolgo ai “qualunquisti” o “apatici”, a coloro meramente “disinteressati” alla politica (i quali non voterebbero a prescindere!): mi appello, invece, a tutti coloro che (venuti a conoscenza di ciò che comporterebbe l’approvazione di “questo” referendum) ritengono lo stesso una “porcata” peggiore della legge elettorale vigente: in poche parole, una “super-porcata”!


2- NON VOTARE E’ L’UNICA SCELTA “UTILE” (non esiste alternativa più efficace!) poiché:
a- vista la data scelta (in piena estate) ed il non accorpamento del referendum con le elezioni europee, E’ ALTA LA PROBABILITA’ CHE NON SI RAGGIUNGA IL QUORUM
(se si fosse votato il 6-7 giugno, al contrario, sarebbe stato “intelligente” votare “No” poiché alta sarebbe stata la probabilità che comunque il quorum si fosse raggiunto!)
b- E’ ALTAMENTE PROBABILE, al contrario, CHE CHI SI RECHERA’ ALLE URNE VOTERA’ IN MAGGIORANZA “SI” (non fosse altro perché questa è l’indicazione di voto dei leader dei due partiti, Pdl e Pd, che insieme rappresentano oltre il 60% dell’elettorato italiano!)
Votare “No” ma far raggiungere il quorum, allora, servirebbe solo a far valere i prevalenti “Si”: chi è davvero e fermamente “contrario” a questo referendum, dunque, “si astenga”!!!
L’astensione “non è” una scelta qualunquista: chi si astiene “coscientemente” (consapevole dei rischi conseguenti al raggiungimento del quorum) e non per semplice “disinteresse” compie una valida “scelta politica”!
“Non votare” non vuol dire darla vinta ai referendari o essere “superficiali”: vuol dire, semmai, far fallire clamorosamente questo referendum!
(non vi fa riflettere il fatto che i referendari temano più la vostra “astensione” piuttosto che il vostro “voto contrario”???).
Scegliere di votare a tutti costi ed in ogni caso può essere una rispettabile scelta “di principio”… ma rischia di ritorcersi terribilmente contro gli interessi di chi sceglie di votare “No”!
Il rischio da evitare è che lo “zelo moralista” di chi aborra questo referendum ma sceglie comunque di votare finisca col fare il più grande ed inatteso regalo ai promotori del referendum stesso!


3- OPPORSI AL REFERENDUM NON E’ UNA SCELTA “DI PARTE”!
Per quel che mi riguarda, la contrarietà ai quesiti referendari non è dettata dalla paura (o dall’interesse) che il risultato referendario favorisca direttamente il Pdl o il Pd …
E’, invece, una questione prettamente “di principio”:
a. difendere la “democrazia rappresentativa”
b. difendere il valore del nostro voto
c. difendere il rispetto delle nostre scelte (chiunque ognuno di noi voti!).
Non si tratta di custodire partitini dell’1/2% … Si tratta di difendere il diritto all’esistenza di partiti che, pur espressione di “milioni di voti” (raggiungendo il 7,9% dei consensi, ad esempio) non avrebbero nemmeno un rappresentante al Senato (dato la improbabile soglia di sbarramento dell’8% che si vorrebbe introdurre!)


4- “NON VOTARE” NON E’ UNA SCELTA “ANTI-DEMOCRATICA!
“Antidemocratico”, al contrario, sarebbe l’esito positivo di questo referendum!
Questo referendum ha di positivo solo il terzo quesito (il divieto di candidature multiple): troppo poco, però, per recarsi alle urne (contribuendo alla crescita del quorum) rischiando di regalare il Paese nelle mani di una ristretta oligarchia di “politicanti”!
Inoltre: a che servirebbe tale divieto se non fossero ripristinate le preferenze?
Francamente il terzo quesito sembra solo una trappola per convincere più elettori possibili a cedere alla tentazione del voto!


5- “ASTENERSI” NON E’ UNA SCELTA BECERA (come alcuni sono arrivati a definirla!).
“Becero”, al contrario, è l’utilizzo “strumentale” del referendum che i Comitati promotori hanno spesso fatto negli ultimi 15 anni:
a. invocando il referendum per questioni tecniche e complesse “incomprensibili” alla gente comune (che, di conseguenza, ha preferito non votare su quesiti nemmeno capiti!)
b. oppure (come in questo caso) proponendo un referendum elettorale propagandato come migliorativo della legge elettorale porcata vigente ma che in realtà, ad una attenta analisi, si rivela una “super-porcata”:
- regalando la maggioranza “assoluta” (il 55%) del Parlamento al partito con la semplice maggioranza “relativa” (anche se questo disponesse di solo il 25/30% di consensi!)
- ed imbavagliando ogni forma di opposizione esterna ai due partiti maggioritari (attualmente, Pdl e Pd, spesso falsamente contrapposti!) negando alcun seggio al Senato finanche a partiti che sfiorerebbero l’8% di consensi!


IL MIO UNICO INTERESSE, con questo articolo, è solo contribuire (sia pur in piccolissima parte …) ad “informare” la gente sulle possibili conseguenze di un referendum di cui nessuno ancora discute!
Starà agli elettori, ovviamente, decidere liberamente il da farsi...
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